L’abbronzatura non è altro che una risposta di difesa della pelle all’esposizione al sole e si attua attraverso i melanociti (speciali cellule cutanee) che aumentano la produzione di melanina. L’abbronzatura rapida, quella classica del travet che sfrutta il week end per farsi la tintarella, compare rapidamente ma purtroppo spesso scompare in un paio di giorni; è dovuto allo scurimento del pigmento già esistente ed è attivato dagli UVA.
La “vera” abbronzatura, invece, si origina 48-72 ore dopo la fotoesposizione, ed è supportata dalla neoproduzione di grani di melanina ad opera dei melanociti attivati dai raggi ultravioletti B dei raggi solari.
Fin qua la fisiologia. Ma ci vuole una particolare attenzione ad esporsi al sole se si assumono farmaci, visto che questi, anche se presi per via orale e non solo per via topica, possono determinare fotosensibilità o addirittura reazioni fotoallergiche, con comparsa di fermativi. Per non parlare poi del rischio di reazioni fototossiche, che si verificano dopo qualche ora di esposizione e possono dare effetti potenzialmente gravi sulla pelle.
Tra i medicinali a maggior rischio, possono essere fototossici i chinolonici, le tetraciline e i sulfamidici, così come diversi diuretici. Altri medicinali da maneggiare con cura in questo senso sono l’amiodarone e la chinidina. Un avvertimento per chi soffre di dolori artrosici e altri fastidi, anche molti Fans possono dar luogo a reazioni fototossiche: è il caso di ibuprofene, ketoprofene, naprossene e flurbiprofene.